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3030 Triple Vertical K: la sfida verticale della Susa-Rocciamelone che viene dal passato

Primo settembre 1358, il cavaliere Bonifacio Rotario d’Asti
torna miracolosamente vivo dalle crociate. Era stato catturato dai turchi e
durante la prigionia aveva fatto voto alla Madonna di dedicarle una statua
sulla montagna più alta allora conosciuta. Questa era il Rocciamelone, che
allora era vista dai viandanti che valicavano le Alpi attraverso il passo del
Moncenisio. Ancora non si misuravano le altezze delle montagna e la cima del
Rocciamelone era proprio quello che faceva al caso suo. Con i portatori e la
statua iniziò la salita verso la vetta, il voto fu realizzato, quella statua si
trova nella cattedrale di Susa, mentre una copia fa bella mostra di se ai 3538 metri
della vetta e una copia si può vedere sul tetto del santuario di Mompantero,
anche passando velocemente sull’autostrada. Passano gli anni e nel 1957
Gioacchino Volturo, a cui piace salire e scendere le montagne si prende la
briga di misura per la prima volta il tempo che occorre per il Rocciamelone. Si fa firmare dalle persone che incontra sul sentiero un
foglio con l’ora del passaggio, in discesa rompe addirittura le scarpe ed il
rientro a Mompantero è anche doloroso. Risultato: 3h47′, il primo tempo record
registrato sul Rocciamelone.

Gli anni passano e c’è chi sale e scende le montagne per
sport, ed in Valle di Susa e nelle vallate limitrofe ci sono parecchi corridori
forti proprio in questa specialità. Nel 1988 uno di loro, già famoso per le sue
discese spericolate, Elio Ruffino di Giaveno, realizza quello che ancor oggi è
il record, 3h14′ per la salita e la discesa, 2h17′ per la salita, con un altro
corridore, Ivol, che nel tratto di sola salita fa ancora meglio, 2h14′.

Ma oggi tocca a noi: un gruppo di amici con la passione
d’inventarsi nuove sfide sportive di corsa in montagna:, Maurizio Scilla, Nico
Valsesia, Marco Abbà e Sergio Gallicet, decidono di organizzare una corsa ad
inviti, un’edizione zero per la Susa-Rocciamelone, 3030 metri di dislivello di
sola salita in 10,3 km, il triplo kilometro verticale, una gara unica in
Europa. E’ stata un’edizione per testare un po’ tutto, percorso, tempi
logistica, e 17 corridori entusiasti hanno risposto a quest’invito.

Comunque sia alle 8,30, dopo il colpo di pistola di
Gioacchino Volturo, il primo recordman, dal municipio di Susa ci trasferiamo al
santuario di Mompantero per la partenza vera e propria. I primi metri di strada
ed il sentiero sono subito un budello, ma non c’è ressa, perché siamo in pochi
e perché ognuno corre seguendo il proprio istinto, qualcuno usa i bastoncini
per la salita altri no. Nella zona del Truc si respira un po’, un morbido e
largo sentiero pianeggiante ci porta al rifornimento e all’imbocco di un prato,
dove invece si capisce perché questa potrebbe essere considerata una gara
estrema. Nico e Mau hanno tracciato per la massima pendenza su per i prati,
roba da ribaltarsi o scivolare all’indietro, visto che la pioggia era caduta
copiosa la sera prima. Dopo aver cercato, inutilmente, di farci esplodere i
polpacci, prendiamo il sentiero che porta al Rifugio Ca d’Asti, quota 2850, da
qui ancora 700 metri di dislivello da superare, tra nebbia che viene e che va,
qualche pietra scivolosa e la quota che inizia a fare il suo lavoro. Poi
l’arrivo al bivacco di vetta, con Elio Ruffino, il recordman, che ci aspetta,
per vedere chi porterà avanti il testimone di queste leggendarie corse in
montagna.

Daniel Fornoni ha preso la testa fin da subito e allungato
progressivamente vincendo in 2h32’07, l’unico che ha cercato di tenergli testa
è stato Matteo Ghezzi, che ha chiuso in 2h36’57, poi lotta a tre con Massimo
Tagliaferri che la spunta per il terzo posto in 2h38’54 su Giancarlo Costa
quarto in 2h39’39 e Francesco Zucconi quinto in 2h40’53. Un inossidabile
Marco Olmo finisce sesto in 2h42’54, Pablo Barnes settimo in 2h47’28, Andrea
Vipiana ottavo in 2h49’40, Daniele Gaido nono in 2h55’19, Giovanni Montini
decimo in 3h16’17, De Alessandri undicesimo in 3h16’42 e Giovanni Isabella dodicesimo
in 3h17’10.

Poche ma buone le ragazze, con Cecilia Mora che fa la parte
della leonessa aggiudicandosi questa sfida in 2h43’50, la francese Corinne
Favre seconda in 2h56’54, Marcella Belletti terza in 3h02’16, Giuliana
Arrigoni quarta in 3h20’05 e Virginia Oliveri quinta in 3h28’54.

Appuntamento per l’agosto-settembre 2011 per la prima
edizione della Susa-Rocciamelone, la sfida dei camosci.

In allegato la classifica completa.

Guarda la galleria fotografica completa della Susa-Rocciamelone su www.stillphoto.eu

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.